Vuoi dimagrire per sempre? Non rinunciare mai agli spaghetti

Del Dr. Giulio Lattanzi – Farmacista e Nutrizionista

Secondo le recenti statistiche dell’Oms, in Europa oltre il 50% della popolazione adulta è in sovrappeso e circa il 23% delle donne e il 20% degli uomini sono obesi.
Immaginate che nell’arco di una vita media di 83 anni un paziente ingerisce mezza tonnellata di cibo all’anno, 41 tonnellate per tutto il periodo; immaginate solo cosa accadrebbe se tutta questa quantità fosse cibo spazzatura. Screenshot 2019-10-22 11.33.24

Secondo i LARN stilati dalla Società italiana di nutrizione umana, il regime alimentare più corretto è una dieta composta da 60% di carboidrati, 30% di grassi e 10% di proteine. Parametri che dovrebbero essere tenuti in considerazione anche in caso di dieta dimagrante, invece le varianti a questo modello sono le più disparate.
Dalla dieta del minestrone a quella dell’uva, passando per quella del gelato, tutte riscuotono successo, tra queste diete «miracolose» c’è anche quella iperproteica, composta solo da alimenti aventi un alto contenuto di proteine. Un’ alimentazione incentrata sull’assunzione di proteine ha successo perché ha un effetto drenante e fa perdere peso velocemente. La quantità e la varietà di cibo consentite in questi regimi rappresentano un ulteriore incentivo. Risultati a cui si aggiungono una maggiore tonicità muscolare e un appagante senso di sazietà. Le proteine sono macronutrienti di cui l’organismo ha bisogno in quantità limitata, ovvero 0,9 grammi per chilo di peso corporeo: quelle in eccesso, sotto forma di scorie, vengono eliminate attraverso i reni, gli organi che proprio per questa loro funzione risentono di più di una dieta iperproteica.
I grassi, assieme ai carboidrati, costituiscono la benzina del nostro organismo, ma il più delle volte vengono demonizzati perché considerati corresponsabili dell’aumento di peso. Rappresentano, invece, la riserva di energie, aiutano l’assorbimento delle vitamine A, D, E e di alcuni antiossidanti; inoltre hanno un ruolo importante nella vita delle cellule e nella «costruzione» di molecole vitali, come gli ormoni.

pastaFondamentale e da me sempre consigliato l’assunzione della pasta, soprattutto perché il pensiero diffuso che la pasta faccia ingrassare è un “mito” da sfatare. Una porzione media, pari a 70-80 grammi, contiene circa 300-350 calorie e zero grassi, quindi è assolutamente un cibo sano e salutare.

La differenza è data dalla quantità che si consuma e ovviamente dal tipo di condimento che si aggiunge.

Ecco qualche segreto per poterla consumare in totale tranquillità e soprattutto perché da me sostenuta e consigliata.

Prima regola è cercare abbassarne l’indice glicemico, utile soprattutto a chi soffre di diabete di tipo due o ha una glicemia “ballerina”.
La prima cosa è di cuocerla sempre al dente, perché più la pasta cuoce più l’indice glicemico è alto perché tende a crescere di pari passo con il tempo di cottura. Utile condire la pasta con un sugo a base di verdure o mangiarla subito dopo una bella insalata. Da anni ho dimostrato e diffuso il concetto che la sequenza di assunzione degli alimenti e non solo la loro composizione aiuta nel mantenere il totale
controllo del peso corporeo.

È quindi indispensabile passare dai grammi alle porzioni. La ricerca scientifica oggi conferma quanto da me sostenuto da tempo: la sequenza degli alimenti e l’ordine in cui vengono assunti è la chiave del controllo della composizione corporea e ormonale del nostro organismo alla fine di ogni pasto.
Importantissimi anche la qualità del cibo, la composizione chimica alimentare di ogni micronutriente presente negli alimenti e le modalità di allevamento. I grani antichi, per esempio, altro non sono che varietà del passato rimaste autentiche e originali, ovvero che non hanno subìto alcuna modificazione da parte dell’uomo per aumentarne la resa.
Generalmente oggi si tende a consumare la tradizionale farina di grano tenero bianca 0, oppure 00, con la quale vengono prodotti pane, pasta, prodotti da forno, dolci. Questa farina però è ricavata da un grano prodotto su larga scala, selezionato e modificato nel corso degli anni per rendere più ricca e abbondante la produzione modificandolo dal punto di vista nutrizionale e rendendolo più ricco di glutine. Ed è proprio sulla base di queste teorie che diviene fondamentale l’impiego di grani come il famoso Senatore Cappelli.
La minore presenza di glutine all’interno dei grani antichi rende la farina e di conseguenza tutti i prodotti che vi si possono ricavare, molto più leggeri, digeribili e assimilabili di quelli realizzati con il grano moderno. Ma non solo. I grani antichi sono adatti a tutti i tipi di preparazione e sono ottimi anche da integrare nell’alimentazione dei bambini.
Meglio non farsi mancare la pasta soprattutto in particolari periodi di stress o se si è soggetti a sbalzi umorali o periodi malinconici. I carboidrati complessi aumentano infatti la velocità con cui il triptofano viene fabbricato nel cervello, favorendo la sintesi della serotonina. Il triptofano è un precursore della serotonina, un ormone che contribuisce al benessere e chi ha bassi livelli di serotonina è incline alla depressione.
Sbaglia di grosso chi sceglie la pasta senza glutine nell’idea di non ingrassare. Mentre il glutine deve essere eliminato assolutamente dalla dieta degli individui affetti dal morbo celiaco o da una condizione definita di ipersensibilità al glutine per gli altri non è consigliabile una dieta priva della sostanza. Si rischia di non raggiungere un adeguato apporto di carboidrati complessi, come previsto dal modello alimentare mediterraneo. In più la pasta gluten-free ha l’indice glicemico più alto e quindi fa ingrassare.
Come fonte di macronutriente principale, la pasta contiene l’80 per cento di carboidrati. Contiene anche una piccola quota di proteine pari al 10-15 per cento, mentre non contiene grassi.
Ci sono stati molti studi che hanno dimostrato che nei grandi sportivi la pasta è la migliore fonte di carboidrati, che rappresentano il substrato che permette di assimilare il glucosio, la molecola che raggiungendo i muscoli offre energia disponibile per esempio in vista di un importante sforzo fisico. Per questa ragione la pasta è stata molto rivalutata in ambito sportivo ed è indicata anche in vista di un’attività fisica, d’intensità medio alta, come una camminata in montagna o percorsi di visite turistiche.
Si avrà meno affaticamento se nel pasto precedente l’attività fisica saranno assunti carboidrati.

Spesso mi chiedono quando consumarla, se a pranzo o a cena, non esiste un dictat, dipende dallo stile di vita. Se si ha un’attività lavorativa intensa e non si ha tempo di consumarla a pranzo, meglio lasciarla per la sera.
In ogni caso consumata a cena non è molto efficace perché dopo 3-4 ore si va a dormire e quindi l’energia non sarà sfruttata, ma accumulata. La pasta rappresenta una buona quota di energia per affrontare le attività della giornata. Il consiglio è di mangiarla a pranzo, unendo verdure e fonti proteiche come legumi o pesce e la sera preparare un secondo con contorno e un pezzetto di pane rigorosamente integrale.
Chi non ama pane e patate, ma preferisce la pasta, può anche consumarla tutti i giorni. È una questione di gusti, l’importante è assumere una fonte di carboidrati a ogni pasto per mantenere una dieta equilibrata, è sempre comunque consigliabile consumare la pasta cotta al dente rispetto a quella molto cotta perché la minor digestione degli amidi permette una dismissione più lenta delle molecole di glucosio contenute nell’amido stesso. Ci saranno quindi un minor impatto sull’indice glicemico e una minore stimolazione alla produzione di insulina e di conseguenza la stessa pasta avrà un minor impatto sul deposito di grasso nell’organismo. La cottura prolungata provoca al contrario un rilascio dell’amido e, addirittura, se la cottura è troppo prolungata, capita anche che l’acqua venga in parte assorbita dalla pasta.
La pasta allunga la vita. Sfatiamo i miti secondo i quali la pasta fa ingrassare e non può essere mangiata di sera. Suggerisco di consumare circa 80 grammi di pasta al giorno per le donne e 100 /120gr a seconda attività fisica nell’uomo, di prediligere quella di grano duro di alta qualità come Senatore Cappelli e meglio se trafilata al bronzo e anche integrale.
Desidero concludere indicando le principali proprietà benefiche della pasta per un’alimentazione sana e una vita più lunga:

  • è fonte di energia: ci permette di affrontare gli sforzi intensi perché fornisce la carica giusta grazie all’apporto dei preziosi carboidrati complessi
  • mette di buonumore: è un’ottima soluzione allo stress perché contiene le vitamine del gruppo B soprattutto la B1 che è fondamentale per il buon funzionamento del sistema nervoso centrale. Il glucosio che si libera dall’amido favorisce la produzione della serotonina, l’ormone del benessere che favorisce anche il sonno.
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Gelato, che passione!

Del Dott. Giulio Lattanzi / Farmacista e nutrizionista

Farmacia C. “Le Fornaci” / Marsciano (PG) / Tel. 075 8749453

 

Con l’arrivo dell’estate torna anche la stagione del gelato, rinfrescante e nutriente, è ottimo per trovare un po’ di sollievo dall’afa e dal caldo di questa stagione, oltre a essere un piacere per il palato.

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È diventato un vero e proprio rito, una dolce pausa capace di soddisfare la voglia di qualcosa di buono e rinfrescante. È prodotto principalmente con latte, uova e zucchero, ingredienti base ai quali sono aggiunti gli altri ingredienti che caratterizzano ogni singolo gusto come cacao, cioccolato, yogurt, miele, panna, caffè, frutta secca (pistacchi, mandorle, nocciole…) e così via. Il gelato alla frutta, invece, può essere prodotto anche senza latte e risultare così meno calorico. Il gelato è un alimento altamente digeribile che, però, ha un indice di sazietà piuttosto basso e, dunque, il suo consumo deve essere attentamente valutato per poter sfruttare al meglio le sue qualità.

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Può essere consumato in qualunque momento della giornata: a merenda, in alternativa al pranzo o come legittima conclusione di una lunga giornata; l’importante è imparare a fare i giusti abbinamenti, rispettare le quantità e magari recarsi nella gelateria di fiducia, per essere certi della qualità e della freschezza delle materie prime utilizzate. È fonte di proteine a elevato valore biologico; di zuccheri come lattosio e saccarosio e il fruttosio della frutta, zuccheri a rapido assorbimento che danno energia di pronto utilizzo; contiene i grassi che gli conferiscono morbidezza e palatabilità e possono essere di origine animale o vegetale. Bisogna però fare attenzione all’eventuale presenza di grassi idrogenati, evitando in questo modo anche gli indesiderabili acidi grassi trans. Nel gelato sono presenti anche vitamine e sali minerali, che possono variare in funzione del gusto di gelato che si sceglie: vitamine A e B2, calcio e fosforo provenienti dal latte e dalla panna; potassio e vitamina C dalla frutta; vitamina E ed acidi grassi polinsaturi dalla frutta oleosa; possiamo trovare anche elementi antiossidanti provenienti dal cacao e dal caffè.

Buon gelato a tutti!

L’ Anguria

C’era una volta… l’anguria

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Nei secoli, l’anguria, come tanti altri frutti e diverse verdure, ha subito una trasformazione incredibile grazie alla della genetica.

A rivelarci le fattezze dell’antenata dell’anguria è un dipinto di Giovanni Stanchi realizzato nel XVII secolo. L’anguria è uno dei frutti maggiormente dissetanti, rinfrescanti e ricchi d’acqua. È uno dei simboli dell’estate ed il frutto di stagione per eccellenza.

Oltre ad un sapore delizioso, l’anguria presenta proprietà nutritive e benefiche interessanti; sapevate, ad esempio, che le angurie dalla polpa più rossa possono superare i pomodori per quanto riguarda il contenuto di licopene ?

La normale composizione dell’anguria vede la presenza del 92% di acqua e dell’8% di zuccheri comunemente presenti nella frutta. Il suo consumo contribuisce dunque alla nostra idratazione durante le giornate più calde. In estate, mangiare anguria ogni giorno permette di proteggere la pelle dai rischi legati ad una eccessiva esposizione ai raggi UV.

L’anguria è un frutto energetico. Una semplice porzione di anguria può aumentare i livelli di energia del 23%, ciò accade per via del suo contenuto di vitamina B6, che il corpo utilizza per sintetizzare la dopamina, promotrice del benessere. L’anguria contiene inoltre magnesio, che viene utilizzato dal nostro corpo per rifornire di energia le cellule. La citrulina è un amminoacido che viene utilizzato dall’organismo per la produzione di arginina. L’arginina è ritenuta un vero e proprio viagra naturale, in grado di dilatare i vasi sanguigni e di migliorare l’afflusso di sangue verso gli organi genitali.

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L’anguria è uno dei frutti più leggeri e meno calorici che abbiamo a disposizione durante l’estate. Ciò avviene grazie alla sua ricchezza d’acqua e alla completa assenza di grassi. Le calorie derivano dal contenuto di zuccheri naturali dell’anguria, ma sono comunque davvero poche. Anche chi è attento alla linea può mangiare l’anguria senza problemi e trarre dei benefici perché questo frutto ricco d’acqua stimola la diuresi e

Secondo gli studiosi, l’anguria – apprezzata da adulti e bambini – potrebbe diventare una nuova arma naturale per tenersi in forma e proteggere il cuore grazie all’azione della citrullina, amminoacido non essenziale, cioè che può essere sintetizzato dall’organismo. La citrullina previene l’ipertensione e protegge l’apparato cardiovascolare in quanto è in grado di equilibrare la pressione e di mantenere elastiche le pareti arteriose. Questo amminoacido viene inoltre utilizzato per la disfunzione erettile, in quanto sarebbe capace di far raggiungere e mantenere l’erezione garantendo la concentrazione necessaria di ossido nitrico

Volendo specificare i valori nutrizionali dell’anguria, possiamo dire che si tratta di uno schema che può essere così suddiviso, per ogni 100 grammi: acqua (95,3 grammi), carboidrati (3,7 grammi), proteine (0,4 grammi), fibre (0,2 grammi), assenti i grassi.

Il sapore dolce di questo frutto in realtà appartiene alla famiglia delle cucurbitacce, la stessa di cetrioli, zucchine, zucca e melone è dato, oltre che dal modesto quantitativo di zuccheri, dalla presenza di particolari sostanze aromatiche.

Se consumato al termine dei pasti il cocomero non è ben digeribile, in quanto il suo elevato contenuto d’acqua tende a rallentare la digestione diluendo i succhi gastrici; quindi il suo consumo è sconsigliato a chi soffre di cattiva digestione ed è comunque meglio mangiarla lontano dai pasti.

L’anguria è fonte di minerali, in particolare potassio, fosforo e magnesio, e di vitamine, soprattutto la Vitamina C. Questo frutto è ricco di antiossidanti come il beta-carotene, precursore della Vitamina A, e il licopene, tipico del pomodoro e dei vegetali rossi. Licopene, un carotenoide responsabile della colorazione rossa dei vegetali come pomodori, anguria e frutti rossi.

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Possiede una spiccata attività antiossidante, che lo rende efficace nella prevenzione dei tumori e nella lotta all’invecchiamento. Ha anche un’azione antinfiammatoria, inibisce la formazione delle placche aterosclerotiche e protegge gli occhi dalle degenerazione che si ha con l’avanzare dell’età.

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L’anguria, povera di sodio contrasta la cellulite , è un frutto ricchissimo di acqua e altamente diuretico, quindi contrasta la ritenzione idrica favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso.

Questo è naturalmente benefico per l’apparato circolatorio, riducendo la formazione anche proprio della tanto odiata cellulite.

Previene la cistite, essendo diuretico,  aiuta la disintossicazione dei reni e della vescica contrastando la crescita dei batteri.

Favorisce la perdita di peso per l ’alto contenuto di acqua che conferisce un elevato senso di sazietà. Mantiene il benessere della pelle Grazie al contenuto di beta-carotene, il consumo di anguria ritarda l’invecchiamento della pelle e la mantiene elastica. La vitamina C, invece, assicura la produzione di collagene indispensabile per una pelle sana.

Il modo migliore per consumare l’anguria è sicuramente quello di gustarla fresca, magari sotto l’ombrellone. Può essere utilizzata per preparare centrifughe dissetanti, estratti o frullati.

Il cocomero è anche alleato per la bellezza. Si possono preparare maschere casalinghe a base di cocomero per rigenerare la pelle stanca unendo polpa di cocomero, latte e succo di limone. 
Per sconfiggere le occhiaie potete invece mettere sugli occhi chiusi due fettine di cocomero fresco e tenerle in posa almeno 15 minuti. Gli effetti sono molto simili a quelli del cetriolo.

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I soggetti allergici all’aspirina o derivati, dovrebbero consultare il medico prima di consumare l’anguria in quanto essa contiene dei salicilati naturali. Infine ricordiamo che un consumo eccessivo di anguria è controindicato in caso di diabete, dato l’elevato indice glicemico. Tuttavia, se associata ad un pasto ricco di fibre che riducono l’assorbimento degli zuccheri, si possono consumare 200 gr di anguria una volta a settimana. ©

                                                      dr.Giulio Lattanzi

Asparagi (Asparagus officinalis)

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Non solo disintossicanti e diuretici, ma ricchi di vitamine, sali minerali e sostanze energetiche, con proprietà antiossidanti e protettive verso i capillari.

Sono originari dell’Asia, ma oggi sono ormai diffusi in tutta Europa. Si tratta di piante erbacee perenni appartenenti alla famiglia delle Liliaceae, quindi la stessa di aglio e cipolla. Esistono gli asparagi coltivati, che derivano dall’asparago comune (Asparago officinalis) e gli asparagi selvatici (Asparago pungente o acutifolius), dal sapore più intenso.

Gli Asparagi rappresentano una coltivazione che l’uomo padroneggia dai tempi più remoti, prima gli Egizi, poi i Romani (citazione di Plinio il Vecchio nella “Naturalis Historia”), poi nel tempo raccoglitori e agricoltori, ne hanno perfezionato la coltura e la tradizione.

Vengono raccolti a partire da gennaio, raggiungendo il massimo della maturazione in primavera. La raccolta avviene quando i germogli spuntano dalla terra, altrimenti perdono in tenerezza ma anche in sapore.

Gli asparagi più noti hanno colore verde, ma esistono anche asparagi bianchi, viola e rosso-viola. Queste differenza cromatiche non comportano diverse proprietà nutrizionali ma solo un sapore differente.

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In Italia tra i più noti troviamo l’asparago di Cesena e il Napoletano. A Monaco di Baviera esiste persino un museo dedicato a questo ortaggio. Gli asparagi possiedono numerose proprietà benefiche per la nostra salute, grazie alle sostanze in essi presenti.

Gli asparagi sono costituiti per la maggior parte da acqua e contengono poche calorie,  apportano infatti solo 24 kcal per 100 grammi di parte edibile e sono indicati in caso dieta a basso regime calorico.

Oltre ad esser ricchi di fibre e di antiossidanti sono una fonte importante di minerali, in particolare di potassio, e di vitamine, soprattutto la vitamina C e i folati.

Altre sostanze caratterizzanti degli asparagi sono l’asparagina, la rutina e il glutatione.

I più noti benefici degli asparagi sono probabilmente quelli depurativi, diuretici  e drenanti. Grazie all’abbondanza di acqua e potassio e alla presenza di asparagina, questi ortaggi stimolano la diuresi e la funzione epatica e renale, aiutando ad eliminare le tossine e il ristagno di liquidi favorendo il drenaggio ed contribuendo alla riduzione della cellulite.

Uno studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry ha dimostrato che negli asparagi è presente una sostanza che inibisce l’enzima di Conversione dell’Angiotensina , impedendo l’ipertensione e preservando quindi le funzioni renali. Sono ricchi di rutina, sostanza che migliora il microcircolo,  bioflavonoide presente in diverse piante e capace contrastare la formazione degli edemi favorendo la permeabilità dei capillari sanguigni.

Negli asparagi sono presenti sostanze ad azione antiossidante come la Vitamina C e l’acido folico, aiutando a combattere radicali liberi .

Gli asparagi vantano ottime proprietà nutrizionali (fibre, vitamine e sali minerali); inoltre, sia il germoglio commestibile, sia le radici della pianta (in decotto), stimolano sensibilmente la filtrazione renale. Questo aspetto, che per molti rappresenta un pregio metabolico dovuto all’abbondanza di alcuni sali minerali, per altri costituisce il frutto dell’interazione tra alcune molecole presenti negli asparagi ed i reni, ragion per cui l’ortaggio NON è univocamente ritenuto consigliabile nell’alimentazione del nefropatico.

Come se non bastasse, a causa dell’elevata concentrazione purinica, gli asparagi costituiscono un alimento da evitare assolutamente in caso di gotta o iperuricemia difficilmente compensabile; poco importa se vantano proprietà diuretiche, essi possono favorire l’insorgenza di acuzie gottose nei soggetti predisposti e come tali sono da escludere.

Per la significativa concentrazione di acido aspartico e gruppi solfurei, gli asparagi conferiscono fin da subito un odore piuttosto intenso alle urine. Questa caratteristica, che a quanto pare non risulta totalmente univoca, è stata oggetto di alcuni approfondimenti scientifici. Pare che la discrepanza tra l’odore delle urine nei vari soggetti non sia dovuta alla presenza o meno di certi cataboliti, bensì alla capacità di percepirli all’olfatto; a tal proposito, alcuni ricercatori hanno rilevato la presenza di una fetta di popolazione, corrispondente al 40% del totale, che non è in grado di avvertire il tipico odore dell’urina dopo l’ingestione degli asparagi. Questa reazione, che nei soggetti sani si manifesta anche dopo pochi minuti, è da tempo considerata un metodo semplice per monitorare l’efficienza della filtrazione renale.

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Gli asparagi sono utilizzati anche in campo fitoterapico, in farmacia è possibile trovare tisane a base di radice di asparago dalla forte azione drenante e depurativa o come estratto secco con elevata concentrazione asparigina. ©

 

 

                                                                                                       Dott. Giulio Lattanzi

                                                                                                   farmacista, nutrizionista

                                                                                                  Farmacia C. “ Le Fornaci “

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Ritorno al passato……

Nel tempo si sono perpetuate conoscenze e luoghi comuni totalmente infondate su evidenze scientifiche ,ma basate su esperienze personali o su racconti tramandati nei secoli; una canzone popolare evocava importanza di bere “il latte, il latte conviene e fa bene a tutte le età “, era degli anni 60 il problema è che i medici ancora ci credono, se la sono bevuta, come si sono bevuti che il formaggio fa bene alle ossa, che lo zucchero fa bene al cervello, che la carne da energia e che la pasta fa ingrassare mentre le proteine fanno dimagrire.

Continuo ad osservare in occasioni saltuarie come i pasti delle unità coronariche contengano formaggi, salumi e uova, mentre reparti di diabetologia con pasti a base di pane bianco e purea di patate; visionato menù di mense scolastiche, grazie alla presenza di una persona amata che ci opera dentro, contenenti  prodotti animali distribuiti tutti i giorni con dosi di proteine tali che se i bambini mangiassero effettivamente tutto avrebbero introdotto a mezzogiorno tutte le proteine necessarie nell’intera giornata.

Dall’antichità non solo possiamo trovar miracolosi prodotti naturali con proprietà fitoterapiche indiscutibili, ma anche principi nutrizionali non alterati e genuini tali da permetterci un miglioramento della Nostra qualità di Vita.

Spesso sentiamo affermare come basti mangiare meno per non ingrassare e per stare bene; questo è assolutamente deleterio, questo non è vero !

Oggi è fondamentale concentrare l’attenzione non solo sul peso corporeo, ma sulla composizione e sulla distribuzione del grasso.

Occorre spostare la valutazione degli effetti del cibo sulla salute metabolica; la dieta ipocalorica basata solo sul calcolo giornaliero delle calorie oltre a non aver alcun fondamento scientifico, ha una durata talmente limitata che non porta a nessun beneficio.

Fondamentale oggi diviene passare dai grammi alle porzioni, la ricerca scientifica oggi conferma quanto da Me sostenuto da tempo, come la sequenza degli alimenti di un pasto, quindi l’ordine come si assumono, sia la chiave del controllo della composizione corporea e ormonale del Nostro organismo dopo ogni pasto.

Inoltre oggi fondamentale diviene la qualità del cibo che si assume, la composizione chimica alimentare di ogni micronutriente presente negli alimenti e le modalità di allevamento.

Un alimento da me considerato indispensabile per una corretta e sana alimentazione, snobbato oramai in un epoca di ricchezza ed agio, dove non ci accorgiamo come dilaghino le patologie del benessere, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia ed obesità è il Miglio (Panicum miliaceum), cereale rustico e poco esigente si adatta a crescere sotto molti cieli diversi, da quelli tropicali a quelli freddi del Nord Europa.

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Il miglio è il cereale più antico nella storia dell’alimentazione umana. Originario dell’Asia centrale (probabilmente dell’India), era consumato già in epoca preistorica, quando veniva raccolto allo stato selvatico. La sua coltivazione richiede pochissime cure, quindi era adatta a popolazioni primitive e seminomadi. Apprezzato già dai sumeri, venne coltivato poi dagli egizi e dai romani, che ne apprezzavano le virtù nutritive e la lunga conservabilità.

Il miglio compariva abitualmente sulle tavole dei nostri avi e, insieme a orzo, grano, ceci, lenticchie, cipolle, aglio, porri e cetrioli.

Fino all’arrivo del mais rappresentò comunque un alimento di base nell’Italia settentrionale, dove veniva consumato sotto forma di polentina.

Il tegumento, coriaceo, è impossibile da masticare e del resto privo di nutrienti. Contiene però glutine, a differenza del semino interno: se la decorticazione non è ben fatta, il cereale non può quindi essere destinato ai celiaci

Il chicco di miglio, se correttamente conservato, può restare commestibile anche per vent’anni. Nel 1378 Venezia, assediata dai Genovesi, si salvò grazie al miglio stoccato nei suoi magazzini.

E’ ricco di carboidrati (72%) di ottima qualità, apporta una discreta quantità di proteine (11%) ed è povero di grassi (3,6%). Fornisce un buon apporto di vitamine del gruppo B, soprattutto di tiamina (B1), importante per il metabolismo dei carboidrati e per l’attività dei nervi, dei muscoli e del cuore. Contiene anche una discreta quantità di vitamina A. Il miglio contiene lipidi in proporzione variabile con una percentuale elevata di acidi grassi insaturi (78-82%).

l miglio è quindi una vera farmacia naturale: contiene vitamina A, del gruppo B e acido folico, ma anche ferro, calcio, fluoro, potassio, magnesio, zinco, silicio aminoacidi solforati come la cisterna, importante per rallentare la cura dei capelli (promuove la formazione della cheratina) ma anche per la protezione delle unghie fragili, delle ossa e dello smalto dei denti.

Diuretico ed energizzante, il miglio è consigliato in fitoterapia per contrastare lo stress, l’anemia, la depressione e la stanchezza, in particolare quella di origine intellettuale.

Gli viene attribuita la proprietà di combattere gli aborti, e quindi è consigliato alle donne in gravidanza.

 

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Non a caso, nell’antica mitologia tedesca esisteva una dea protettrice della fertilità che dimorava sul Monte del Miglio

E’ particolarmente ricco in lecitina, sostanza in grado di svolgere un’ottima azione di controllo sui livelli di colesterolo nel sangue e che migliora la memoria, la concentrazione e le attività intellettuali in genere; fornisce un ottimo apporto di colina, sostanza fondamentale per la funzionalità nervosa.

E’ un cereale facile da digerire, per questo particolarmente adatto nella prima infanzia, nei soggetti anziani, nella convalescenza, per le donne in gravidanza (secondo alcuni autori è in grado di ridurre la frequenza degli aborti) e per chi svolge intensa attività intellettuale.

E’ leggermente rifrescante, per cui si può considerare più adatto al consumo primaverile-estivo e ai pasti della prima metà della giornata.

Un’altra caratteristica di estremo interesse è data dalle sue proprietà alcalinizzanti: per la sua ricchezza in minerali come calcio e magnesio, il miglio è l’unico cereale che aiuta l’organismo ad eliminare le scorie acide, prodotte in grande quantità dall’alimentazione moderna occidentale e dai nostri ritmi di vita troppo stressanti.

Combatte lo stress, la depressione, la stanchezza. Un ultimo pregio che lo rende adatto anche ai frenetici tempi moderni è la sua facilità di preparazione: bastano 15 minuti di cottura in acqua bollente. Prima di versarlo in pentola, tuttavia, è opportuno sciacquarlo abbondantemente con acqua corrente fino ad eliminazione di ogni torbidità.

Il miglio si può mangiare come tale con un poco di olio e di spezie ma può essere utilizzato per preparare ottimi minestroni, deliziose creme vellutate, ripieni di verdure di stagione, polpette e sformati.©

Per dilettarVi in cucina ecco una speciale ricetta :

Polpette di miglio alle verdure con crema di fave

Ingredienti per 32 polpette

    Miglio decorticato bio 200 g ,Acqua 550 g ,Olio extravergine d’oliva 25 g ,Pangrattato senza glutine 50 g, Prezzemolo tritato 5 g, Curcuma in polvere 10 g ,Aglio 1 spicchio, Zucchine 100 g, Carote 100 g, Scalogno 15 g , Melanzane 100 g , Prezzemolo tritato 5 g

Per preparare le polpette di miglio alle verdure con crema di fave, iniziate dalla preparazione del miglio. Sciacquate bene sotto un getto di acqua fredda il miglio e scolatelo, tritate finemente lo scalogno , e tagliate a dadini la carota .Tagliate, sempre a cubetti, anche la melanzana  e la zucchina  e mette il tutto da parte. Poi scaldate l’olio in una padella e aggiungete il miglio lasciatelo tostare per qualche minuto, mescolando di tanto in tanto , quindi versate a filo l’acqua calda  e lasciate cuocere per 25 minuti. Una volta cotto, traferite il miglio in una ciotola e lasciatelo raffreddare completamente. In un’altra padella fate appassire lo scalogno in un filo d’olio a fuoco basso, quindi aggiungete le carote),poi le melanzane ed infine le zucchine. Salate il tutto ,e lasciate cuocere per 20 minuti sfumando con un mestolo di acqua calda o brodo vegetale fino a che non diventeranno morbide. Dedicatevi ora alla preparazione della crema di fave: sgranatele una ad una e una volta sgranate tutte , fatele sbollentare per circa 10-15 minuti. Versate quindi le fave in un contenitore dai bordi alti, aggiungete olio, menta e sale e frullate il tutto con un frullatore ad immersione, fino ad ottenere un composto cremoso. Aggiungete al miglio freddo: le verdure,il prezzemolo tritato, uno spicchio d’aglio schiacciato e la curcuma. In ultimo unite anche 50 g di pangrattato senza glutine. Cuocete le polpette in forno statico a 180° per 18-20 minuti oppure in forno ventilato a 160° per 10-15 minuti. Servite le vostre polpette di miglio alle verdure insieme alla crema di fave.

 

 

 

 

 

                                                                                                       26Dott. Giulio Lattanzi

                                                                                                   farmacista, nutrizionista

                                                                                                  Farmacia C. “ Le Fornaci “

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Omega 3 (Ώ 3)

 

In numerose occasioni sia sociali e sia professionali mi è capitato di suggerire a pazienti con evidente sindrome metabolica, arruolabili come ideali nello Studio MeMeMe cosa fare e come comportarsi.

Tipizzazione evidente di alcuni rivelava almeno due dei seguenti fattori, o una glicemia superiore a 100 mg/dl, o una circonferenza vita oltre 102 cm per l’uomo o di 88 cm se donna, valori di trigliceridi oltre 150 mg/dl o colesterolo HDL inferiore a 50 mg/dl e mi permetteva consigliare l’impiego di Omega 3 (Ώ 3).

Quindi oltre ai farmaci suggeriti dal Proprio medico di famiglia o dallo specialista, oltre il consiglio di svolgere una sana attività fisica quantificabile con almeno 10.000 passi al dì; io suggerivo assumere 2 grammi al giorno di Omega tre ( Ώ 3 ) durante i pranzi principali al fine di contribuire alla riduzione del processo infiammatorio in corso e limitarne la crescita dei valori infiammatori.

Ora alla luce di una trasmissione andata in onda ieri sera sulla Classica rete di Stato, mi vedo costretto mio malgrado a smentire per l’ennesima volta quanto affermato, a evidenziare quanto oggi tutti a prescindere dalle competenze, dalla Laurea conseguita e dalla specializzazione parlano di Nutrizione, parlano di Alimenti, parlano di Scienza dell’Alimentazione.

Ora vengo al dunque: Affermare e classificare gli omega 3 ( Ώ 3 ) in base alla capacità di sciogliere un bicchiere di plastica, evidenziarne tossicità in base a quest’azione e magari vantando proprietà a quella capsula se non capace di farlo è quanto di peggio si possa fare, è mistificazione, è raccontare senza alcuna conoscenza e competenza una semplice modificazione chimica reale, e venderLa come tossica, come pessima per il Nostro organismo.

pesce-ricco-di-omega-tre

Solo chi a competenze in materia può comprendere senza allarmismi, ma con cognizione di causa il perché quel processo accade e l’inutilità di quanto osservano.

In chimica il simile scioglie il simile, sostanze polari sono solubili in solventi polari come accade per esempio con il Sale da cucina nell’acqua; lo stesso sostanze Apolari sono solubili in solventi apolari , per esempio la vitamina E in Olio di Oliva, sempre per restare nella quotidianità semplificando il processo.

Ora la molecola contenuta negli Omega 3 (Ώ 3) di origine naturale, quelli derivati ad esempio da originali e puri pesci azzurri, come sardine, acciughe e sgombri ha una struttura 3 EPA e DHA simile ai trigliceridi ed altamente assimilabile essendo molto più biodisponibile e con un paragone: fatto 100% olio di pesce naturale, questi Omega 3 (Ώ 3)  hanno biodisponibilità al 124%.

Omega-3

esistono invece in commercio integratori con comunque Omega 3 (Ώ 3) ad alta concentrazione, ma non di origine animale che hanno struttura simile agli Esteri Etilici EE il cui assorbimento è inferiore, ma mi raccomando RICORDATE ! NON TOSSICI, non Velenosi comunque per l’uomo !

Ora la molecola presente in questi ultimi è un estere etilico ad alta concentrazione e considerata tuttavia sicura dal FDA Americana ed adatta al consumo per essere umano, ma per via della sua particolare polarità è un BUON SOLVENTE per le materie plastiche ! Sottolineo solo solvente senza alterarne le strutture molecolari, senza esser tossica.

La tollerabilità e la sicurezza è comunque garantita perché la superfice del canale digerente umano è ricoperta da una mucosa, matrice acquosa polare che non ha alcuna affinità SOLUTO/SOLVENTE con l’estere etilico.

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Quindi per concludere, suggerisco di continuare ad assumere gli Omega 3 (Ώ 3) per tutti gli effetti benefici riscontrati sull’organismo umano con migliaia di studi diffusi, altresì come per ogni ambito alimentare, nutrizionale e salutare, l’importante è acquistare prodotti di qualità, prodotti con la più elevata concentrazione di omega 3 naturali derivanti dal pesce azzurro e non possibilmente integratori con alta concentrazioni di esteri etilici.©

                                                                                    

                                                            26                               Dott. Giulio Lattanzi

                                                                                                   farmacista, nutrizionista

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Cumino Nero ( Nigella Sativa )

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Il Cumino Nero è originario della regione mediterranea del nord Africa, ma cresce anche in Turchia e in Oriente. È una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Ombrellifere. I fiori, che si sviluppano in estate, sono di colore bianco, con sfumature azzurrognole, i frutti sono rigonfi e contengono piccoli semi neri. La Nigella Sativa è state ampiamente utilizzata fin dall’antichità nel campo fitoterapico e come condimento alimentare per migliaia di anni. Il Cumino Nero è conosciuto come “il seme Benedetto” da millenni, ed è considerata da sempre un’erba da notevoli proprietà fitoterapiche. Il Profeta islamico Mohammad,nel Corano, ebbe a scrivere: “guarisce ogni malattia, tranne la morte. Conosciuto sin dall’antichità, il cumino era molto amato dai Romani che lo usavano come condimento o ridotto in pasta da spalmare sul pane. I Greci usavano così tanto questa spezia che la tenevano a tavola in un contenitore (come oggi facciamo con il pepe), usanza mantenuta ancora oggi in Marocco. Durante il Medioevo si credeva che il cumino avesse il potere di non far fuggire animali domestici e amanti e che in generale fosse di buon auspicio, soprattutto per le coppie di sposi.

E’ stato trovato nelle tombe dei faraoni egizi ed in India è menzionato in un testa di erbe medicinali di 2500 anni fa. Oggi gli scienziati hanno scoperto che ha potenti proprietà positive per chi vuole migliorare il suo metabolismo e tornare al peso forma. Intorno al medioevo il cumino è spezia usata e coltivata in Europa a cui vengono associati dei poteri magici. In Germania il cumino aiuta a tenere lontani i demoni della foresta (e infatti ancora oggi possiamo trovarlo nel pane tedesco) mentre in Italia si pensava che servisse a non far scappare gli animali ed anche gli amanti.

L’olio dei semi della Nigella ha una particolare importanza nella disintossicazione dell’intestino, poiché un tratto intestinale bloccato può portare a molte altre malattie, come diceva Paracelso: “La morte si trovato negli intestini”. Le tossine possono essere prodotte da normalissimi batteri intestinali e funghi, che non possono essere eliminate inizialmente dall’intestino, a causa di una tendenza alla costipazione, che si verifica nello stesso momento; quest’accumulo di tossine può portare a molti sintomi delle malattie e al danno funzionale degli organi.

In uno studio intitolato Effetto della polvere di cumino sulla composizione corporea e il profilo lipidico nelle donne in sovrappeso e obese 88 donne in sovrappeso/obese sono state divise in due gruppi. Al gruppo sperimentale è stato chiesto di assumere 3 grammi al giorno di cumino in polvere con yogurt in due pasti per 3 mesi. La stessa quantità di yogurt senza il cumino in polvere è stata prescritta al gruppo di controllo.

cumino2

Il risultato è stato che chi ha consumato cumino alla fine del periodo aveva meno trigliceridi e colesterolo LDL, più colesterolo HDL, avevano perso più peso e ridotto indice di massa corporea, la circonferenza della vita e la massa grassa era notevolmente ridotta. Un altro studio ha valutato gli effetti del cumino sul metabolismo e l’insulina, che sono due fattori chiavi nel peso corporeo, ed ha concluso che assumere cumino ha avuto risultati positivi in 8 settimane.

Le proprietà del cumino a vantaggio della salute vanno rintracciate soprattutto nel fatto che esso contiene molti antiossidanti. Questi hanno la possibilità di agire contro i radicali liberi, prevenendo processi infiammatori e l’invecchiamento cellulare. L’abbondanza di sostanze antiossidanti consente una disintossicazione naturale dell’organismo. Tuttavia il cumino è importante anche se si soffre di diabete, di colesterolo e di trigliceridi, perché è capace di mantenerne i valori sotto controllo.

Il cumino è molto usato nella cucina del Nord Africa, dell’India e del Medio Oriente ed è presente tra le spezie del curry e quelle del garam masala, una miscela molto diffusa in India.
In Marocco aromatizza la carne arrostita, in Messico si mette nel guacamole, in Francia aromatizza alcuni tipi di pane mentre in Spagna e Portogallo si trova nelle salsicce e nei piatti a base di verdure.
Con il cumino vengono anche aromatizzati alcuni formaggi olandesi e valdostani.

Il cumino fa dimagrire soprattutto grazie all’azione termogenica,
esso innalza il calore corporeo, aumentando la spesa metabolica complessiva del corpo. L’organismo brucia più calorie del solito e, se non ne trova in circolo, va a prenderle direttamente dai depositi adiposi, che ci aiuta in questo modo a sciogliere.

Degli studi hanno registrato che il cumino migliora del 25% la capacità del corpo di disfarsi del grasso in eccesso, colpendo in modo particolare la zona addominale.
Funziona meglio se assunto assieme ad altre spezie come il finocchietto, l’anice, la senape, curcuma e lo zenzero. Il cumino lavora anche da stimolante per il processo digestivo. Il cibo, sarebbe meglio dire gli scarti, vengono spinti più velocemente verso l’uscita e ciò diminuisce il loro tempo di permanenza all’interno del colon, con tutte le conseguenze positive in termini di esposizione a sostanze tossiche e possibilmente cancerose.

Gli scienziati del Cancer Immuno-Biologv Laboratory del South Carolina scrivono: `Il cumino nero partecipa alla stimolazione del midollo osseo e alla produzione delle cellule immunitarie, stimola la generazione dell’ interferone, protegge le cellule normali dagli effetti dei virus, contrasta la riproduzione delle cellule tumorali e aumenta il numero delle cellule B produttrici degli anticorpi`. Fatto importante é che tutte le osservazioni fanno del cumino nero un buon candidato quale aggiunta alla prevenzione e alla cura del cancro.

In Germania è stato recentemente scoperto e sperimentato l’effetto benefico dell’olio di cumino nero sulla salute dell’uomo. L’immunologo di Monaco dr. Peter Schleicher (divenuto dal 1986, membro dell’accademia mondiale degli scienziati) ha fatto delle ricerche, presso il suo Istituto, sull’applicazione di questa cura verso malattie croniche. I risultati raggiunti corrispondono a quelli dei suoi colleghi americani. Egli scrive in proposito: ‘L’olio derivato dai semi del cumino nero contiene acidi grassi essenziali’. Grazie a ciò la sintesi produce importanti sostanze immunoregolatrici come la prostaglandina E 1. L’acido linoleico stabilizza la membrana della cellula e la prostaglandina agisce come antinfiammatorio, in modo da impedire le reazioni immunologiche che causano molte malattie croniche. Dall’acne al raffreddore da fieno, fino al cancro. Inoltre grazie alle sostanze contenute nell’olio di cumino nero l’aumento delle funzioni delle cellule T dell`allergia viene stabilizzato e vengono aumentati gli anticorpi. L’esagerata riposta immunitaria viene normalizzata e ridotta nei limiti.

Il dott.Schleicher, che ha testato l’olio di cumino nero su 600 pazienti, riferisce i seguenti risultati: ’Nel 70 % dei pazienti è stata constatata la guarigione da malattie di natura allergica – polvere, polline ecc. -, acne e neurodermiti’. Lo stesso prodotto é stato sperimentato con successo dallo stesso studioso nella prevenzione delle malattie da raffreddamento e le influenze. Il sistema immunitario viene quindi armonizzato e quindi e condotto ad uno stato ottimale. Lo scienziato tedesco ha quindi, come già menzionato, raggiunto gli stessi risultati ottenuti dagli studiosi e ricercatori americani.

Tutto questo conferma l’efficacia della pianta già conosciuta in Oriente e usata nei casi di allergia, infiammazioni, dolori mestruali, depressione, bronchiti, asma, malattie della pelle – come le neurodermatiti -, eczema, funghi o micosi, problemi di digestione, diminuzione di energia. Attualmente non è noto nessun effetto secondario e spiacevole del cumino.
Esso può essere assunto tranquillamente da soggetti di tutte le età, indipendentemente dalla loro condizione clinica. Se proprio vogliamo essere cauti, moderiamone l’uso durante la gravidanza ed in prossimità di un intervento chirurgico, perché potrebbe abbassare la pressione sanguigna.

cumino

Poi per dilettarci in cucina, vi consiglio un modo veloce, semplice e gustoso per assaporare il Nostro prezioso Cacao :

Hamburger di Lenticchie:

Ingredienti:

    600 g di lenticchie già cotte, 2 uova , 50 g di farina Integrale, sale Rosa , semi di cumino ,rosmarino     peperoncino in polvere, olio extravergine d’oliva,

Cuocere le lenticchie per una ventina di minuti in abbondante acqua, dopo averle lasciate a mollo in acqua per una notte. Frullarle ed aggiungere i semi di cumino, il sale, il peperoncino ed il rosmarino.

Aggiungere le uova e la farina e mescolare. In una padella far riscaldare l’olio ed aggiungere il composto di lenticchie a cucchiaiate. Cuocereun paio di minuti per lato in olio oliva. Ed ecco a voi gli hamburger di lenticchie.©

 

 

                                                                         Dott. Giulio Lattanzi26

                                                                                                   farmacista, nutrizionista

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TGR – Umbria

Oggi un’intervista del nostro nutrizionista di fiducia su qualità e valutazione dei prodotti 🙂

Cliccate sul link:

TGR – Umbria.

 

                                                                            Dott. Giulio Lattanzi          26

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Wellness

wellness   Il termine wellness è un’estensione ed evoluzione del concetto di fitness: si riferisce ad una filosofia di vita che mette il benessere della persona al centro dell’attenzione proponendo attività sportive, pratiche di rigenerazione oltre che di mental training combinate con un’alimentazione corretta favoriscono uno stato di benessere ed equilibrio psicofisico. Sono proprio equilibrio e la moderazione le parole chiave che distinguono l’approccio del wellness all’attività fisica. Continue reading

LE BACCHE DI GOJI (Lycium Barbarum)

Da più di 1.000 anni le Bacche di Goji sono un alimento largamente consumato dalle popolazioni dell’Himalaya e del Tibet. Per i suoi benefici per la salute e le proprietà anti-invecchiamento, è stato acclamato da esperti e nutrizionisti “Tra le fonti di cibo più sane esistente sulla Terra”.

Il Lycium Barbarum (Bacche di Goji), vengono coltivate da migliaia di anni, sono considerate un elemento essenziale nella medicina tradizionale cinese e vengono usate tutt’ora per curare una vasta varietà di disturbi, chiunque guardi con attenzione alla storia dell’antica Cina, troverà molti riferimenti ai poteri curativi delle bacche di Goji e numerosi scritti di medicina tradizionale cinese descrivono il frutto del Goji come un potente rimedio anti-età, dalle grandi proprietà antiossidanti.

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