Nome botanico del carciofo, il termine che designa il genere, Cynara, deriverebbe da cinis, cenere, e sarebbe legato alla consuetudine dell’uso della cenere per rendere più fertili i terreni destinati ad ospitare la coltura di questa pianta.
Secondo la mitologia classica Greca, Cynara , era una bella ninfa dai capelli color cenere che avrebbe fatto innamorare nientemeno che il sommo Giove e, sua moglie, Giunone, gelosa e a dir poco irritata dall’ennesima scappatella extraconiugale del marito, l’avrebbe cosi’ trasformata in una pianta di carciofo, spinosa ed inaccessibile.
Anche gli Egizi, conoscevano ed amavano il Carciofo, tanto è vero che la sua immagine appare nei dipinti ritrovati all’interno delle piramidi, secolari Tombe dei Faraoni, e proprio in queste raffigurazioni è evidente che veniva impiegato per curare le malattie epatiche a quel tempo molto diffuse.
Caterina de’ Medici, che né era eccessivamente ghiotta, introdusse la coltivazione alla corte del re di Francia: Luigi XIV° né andava letteralmente pazzo, per cui nell’orto reale di Versailles né fece coltivare diverse qualità. A quel tempo anche Madame du Barry, stimolava gli ardori di Luigi XV° con un piatto di carne di cervo e fagiano, cucinati nel vino bianco con contorno di asparagi, pepe e carciofi.
In Italia, come in Francia e Spagna, il carciofo è un ortaggio molto diffuso, arriva sul banco dei fruttivendoli verso la metà di novembre e vi rimane fino a tutto marzo e oltre. Quello che gustiamo della pianta alta più o meno un metro con grandi foglie lanceolate è il grande bocciolo con le sue brattee (che chiamiamo erroneamente foglie) ed il tenero ricettacolo (fondo o girello).
Per la forma eretta, l’eleganza della personale fioritura, per il tipico e caratteristico sapore, dall’intrinseca raffinatezza come lo definivano gli antichi romani, il carciofo è giustamente considerato il “Re dell’orto”
Ricco di calcio, ferro, sodio, fosforo e potassio e vitamine A, B1, B2, C, PP, tonico e digestivo, grazie alla cynarina il carciofo provoca un aumento del flusso biliare e della diuresi, svolgendo un’importante funzione coleretica. Epatoprotettore ed epato-stimolante è di grande aiuto nelle diete finalizzate a ridurre il tasso di colesterolo nel sangue, l’incubo di questi nostri tempi sedentari e sazi. Insomma, stimola il fegato, purifica il sangue, fortifica il cuore, dissolve i calcoli e sembra che contribuisca anche a calmare la tosse.
Doti terapeutiche che non erano sfuggite all’occhio attento dell’autorevole medico cinquecentesco Castor Durante da Gualdo (1529 – 1590), che nel suo Il tesoro della sanità, un diffuso breviario del “ mangiar sano” d’età tardo rinascimentale, definisce i carciofi “aperitivi”, ovverosia capaci di ‘aprire’ lo stomaco al cibo, stimolarne la secrezione gastrica, e risultare “grati al gusto ”.Con gli altri ortaggi freschi, occupa un ruolo importante nella dieta mediterranea nella cosiddetta “piramide alimentare”, la cui base è rappresentata proprio da frutta ed ortaggi da consumarsi abbondantemente, mentre sono da ridurre sempre più con l’aumento dell’età, il consumo di patate, pasta, carni, grassi e zuccheri.
In farmacologia, gli estratti di carciofo, sia da foglie che frutti e radici, sono stati utilizzati come medicinali sin dall’antichità. Negli anni ’60 del secolo scorso, è stato individuato uno dei principi attivi che determina nel carciofo il gusto leggermente aspro: la “Cynarina”, sostanza amara contenuta nelle radici e nelle foglie, a cui è riconosciuto il merito di produrre effetti curativi sul fegato, dalle foglie fresche e dal fiore del carciofo, si estraggono elementi con particolari proprietà epatoprotettrici utili per mantenere il giusto tasso di colesterolo nel sangue e per diminuire la ritenzione di acqua e quindi la cellulite.
Oggi per l’azione terapeutica maggiormente conosciuta, quella epato-protettrice, è comunque utile consumarlo fresco in insalate o condito o cotto, come sulla ricetta che consiglio dopo, ma per ottener i maggiori effetti benefici, fitoterapici e farmacologici è consigliabile assumerlo in varie forme farmaceutiche presenti oggi in commercio:
in opercoli ( capsule gelatinose contenenti estratto puro liquido da deglutire ), tinture madri da bere, in gocce da deglutire con acqua, in foglie secche per la preparazione di tisane o infusi ( si utilizzano le parti tenere delle pianta o fiori o foglie sulle quali viene versata acqua bollente per poi filtrarne dopo 5 minuti il contenuto) o decotti ( le parti tenere o turgide della pianta come semi, radici, corteccia sono poste in acqua fredda e fatte bollire per 20 minuti, poi dopo aver lasciato 15 minuti a riposo viene filtrato ). ©
Poi per dilettarci in cucina, vi consiglio un piatto veloce, semplice e gustoso da preparar con questo Nostro prezioso frutto di stagione:
Penne al farro con Carciofi Romani
Per quattro persone :
320 gr . Penne Al farro
8 carciofi romani freschi
100 gr di scamorza romana
olio extra vergine DOP
1 CIPOLLA e mentuccia in quantità
Un bicchiere vino bianco
Peperoncino q.b , Curcuma q.
Pulite i carciofi delle foglie più esterne e metteteli man mano in acqua e limone. Prendete una pentola larga tanto da contenerli tutti, vicini l’un l’altro. Riempiteli con un trito di erbe, mettere olio, peperoncino e mentuccia per qualche minuto. Nel frattempo tagliuzzare gambi e carciofi e lasciarli in acqua con un pò di limone (per togliere l’amaro).
Dopo una decina di minuti di cottura con coperchio, aggiungere bicchiere di vino bianco e lasciare evaporare. Nel frattempo cuocere la pasta in abbondante acqua salata con Sale rosa Himalaya , scolarla al dente e versarla nella padella con il condimento di carciofi. Aggiungere alla pasta con i carciofi il parmigiano stagionato 36 mesi grattugiato. Saltare la pasta con i carciofi in padella per un paio di minuti fino a far legare il condimento alle penne , aggiungere Curcuma e peperoncino a piacere.©
Dott. Giulio Lattanzi
farmacista, nutrizionista
Farmacia C. “ Le Fornaci “
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